REGOLE E TECNICHE FOTOGRAFICHE DI BASE
SOGGETTO, COMPOSIZIONE, REGOLA DEI TERZI, LUCE, PROF. DI CAMPO, ESPOSIZIONE
La bellezza di una fotografia è essenzialmente una questione soggettiva. Il fascino che uno scatto riesce a trasmettere cambia da osservatore a osservatore e non può esistere un parametro assoluto che determini quanto una foto sia bella.
Non si può però negare che costruendo le fotografie seguendo determinate regole e impostando correttamente i parametri di scatto (esposizione, profondità di campo, ecc.) si riesca ad ottenere quel "qualcosa in più" che trasforma un'immagine qualsiasi in un pregevole scatto.
I suggerimenti che sto per descrivervi sono indicati principalmente per la fotografia paesaggistica ma possono trovare spazio anche in altre tipologie di scatto.
IL SOGGETTO
Il soggetto è il "cuore" di una fotografia ed è quindi l’elemento più importante. Un soggetto scadente comporterà quasi sempre una foto scadente. Un soggetto di qualità invece sarà la base per una buona fotografia. |
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Connemara National Park (Irlanda) - Un buon soggetto è la base per una valida fotografia.
Dati scatto: effetto Orton, f/9, ISO 200 - Attrezzatura: Canon 50D + Canon 17-40mm f/4
LA COMPOSIZIONE DELL'IMMAGINE E LA REGOLA DEI TERZI
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Un tipico errore del fotografo inesperto consiste nel porre il soggetto al centro della fotografia. Alcuni esempi classici sono la linea dell’orizzonte o un soggetto in primo piano perfettamente al centro dell’immagine. Impostare uno scatto in questo modo, oltre che a evidenziare una mancanza di tecnica, produce sicuramente una immagine banale, “piatta”, senza carattere. |
Quindi bisogna allineare il soggetto seguendo queste linee immaginarie (localizzate appunto nei terzi dell’immagine).
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Nell’esempio dell’orizzonte, posizionarlo sulla linea orizzontale superiore se si vuole dare risalto al terreno, o su quella inferiore per valorizzare il cielo. Invece, nel esempio del soggetto in primo piano (la balla di fieno), allinearlo ad una delle due linee verticali.
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Tramonto sul Lago di Varese - Applicazione della regola dei terzi: il cielo è il soggetto di questo scatto.
Dati scatto: 10 sec, f/13, ISO 100 - Attrezzatura: Canon 50D + Tokina 11-16mm f/2.8 + Treppiede + Telecomando + Filtro ND8
LA LUCE
La luce gioca un ruolo fondamentale in fotografia. Non a caso la parola “fotografia” deriva dal greco “photos” e “graphia” che significa “scrivere con la luce”. Saper scegliere la luce migliore significa poter esaltare le caratteristiche del soggetto, evidenziandone la personalità.
Posizione della fonte luminosa
Iniziamo col ricordare una regola che ognuno di noi ha sentito almeno una volta: “Fotografare con il sole alle spalle”.
Molto importante per chi è alle prime armi con la fotografia, questo accorgimento vi eviterà di ottenere tristi cieli bianchi e scuri soggetti. Rispettandola, potrete concentrarvi sulla composizione dell’immagine senza dover lavorare troppo con l’esposizione, che in queste situazioni non è immediata da controllare.
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Per chi invece ha già una discreta esperienza, consiglio di provare a “giocare” con la luce, fotografando il soggetto da diverse angolazioni. Con un'illuminazione laterale rispetto alla macchina fotografica avrete modo di catturare al meglio le ombre che si vengono a creare. Con un'illuminazione frontale invece potrete evidenziare la silhouette del soggetto, ottenendo immagini dall’alto contrasto e dal carattere molto deciso.
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La luce migliore
In fotografia la luce migliore è senz’altro quella del mattino e del tardo pomeriggio/sera, quando i raggi solari, molto inclinati rispetto allo zenit (la perpendicolare rispetto al terreno), generano una luce morbida e calda. |
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Ultime luci alle Slieve League (Irlanda) - Una luce particolare come quella del crepuscolo riesce sicuramente a valorizzare lo scatto.
Dati scatto: doppia esposiz., ISO 100 - Attrezzatura: Canon 50D + Tokina 11-16mm f/2.8 + Treppiede + Telecomando + Filtro ND8
LA PROFONDITA' DI CAMPO
Cos’è la profondità di campo
Il modo più semplice per comprendere il significato di "profondità di campo" consiste nell’osservare alcune fotografie.
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Potete notare nella foto di sinistra che solo il centro della margherita (il soggetto) è a fuoco. La rimanente parte dell’immagine è volutamente sfuocata. Il piano focale è stato posto su di essa. Tutto ciò che sta davanti o dietro il soggetto è fuori fuoco, cioè sfuocato.
Con piano focale si intende un insieme di punti equidistanti dalla fotocamera che risultano essere a fuoco.
Se osserviamo invece la foto di destra notiamo che tutta l’immagine risulta essere a fuoco. Il piano focale è stato posto subito dopo il sasso grigio ma anche ciò che gli sta davanti e dietro risulta nitido.
Premesso che può esistere un solo piano focale per ogni fotografia, la profondità di campo è quell'area che si estende davanti e dietro il piano focale i cui elementi compresi appaiono nitidi, come se essi stessi fossero sul piano focale. In realtà gli elementi che appaiono nitidi ma che non stanno sul piano focale, non sono perfettamente a fuoco, ma la loro sfocatura è così impercettibile da essere trascurabile.
Detto questo, possiamo sfruttare questa proprietà delle lenti per dare risalto a un singolo elemento, sfuocando la restante parte dell’immagine, oppure realizzare uno scatto totalmente nitido.
Per quanto riguarda la fotografia paesaggistica, generalmente si tende a massimizzare la profondità di campo, ottenendo cioè una fotografia nitida in tutte le sue parti. Non si esclude però la possibilità di ridurre la profondità di campo per creare suggestivi effetti.
Come si controlla la profondità di campo
La profondità di campo è inversamente proporzionale all’apertura del diaframma: più il diaframma è aperto (es. f/2.8 – f/4), minore sarà la profondità di campo; più il diaframma è chiuso (es. f/16 – f/22), maggiore sarà la profondità di campo.
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Se volete ottenere una foto totalmente nitida, posizionate il vostro piano focale tra l’elemento più vicino e l’elemento più distante e impostate un diaframma molto chiuso (es. f/16 o superiore). Salvo casi limite (distanza esagerata tra l’elemento in primo piano e lo sfondo), otterrete una fotografia totalmente nitida. Dovete però tenere in considerazione che chiudendo il diaframma a queste aperture, il tempo di scatto aumenta proporzionalmente, e in assenza di una buona illuminazione si rende indispensabile l’utilizzo di un treppiede per evitare il mosso.
Particolare di orchidea - Una ridottissima prof. di campo consente di indirizzare lo sguardo dell'osservatore in un punto ben preciso.
Dati scatto: 1/8 sec, f/3.5, ISO 100 - Attrezzatura: Canon 40D + Sigma 180mm Macro f/3.5 + Treppiede
L’ESPOSIZIONE
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L’esposizione rappresenta la quantità di luce che viene fatta incidere sul sensore della macchina fotografica (o sulla pellicola). |
A volte però questo calcolo non avviene correttamente e la fotografia più risultare più chiara o più scura di quanto ci si aspetta.
Quando un’immagine risulta più chiara di quanto dovrebbe, si definisce sovraesposta. Quando risulta invece più scura, si definisce sottoesposta.
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In questi casi quindi bisogna intervenire manualmente per “indirizzare” l’esposizione al valore desiderato.
Le fotocamere reflex hanno una funzione dedicata detta compensazione dell’esposizione. Intervenendo su questo parametro si può raggiungere l’esposizione desiderata.
Uno strumento che ci viene in aiuto per verificare l’esposizione a scatto avvenuto è l’istogramma. Questo grafico mostra la distribuzione dei livelli di luminosità della nostra fotografia.
I valori più a sinistra dell’asse orizzontale rappresentano le aree scure dell’immagine (ombre), i valori al centro rappresentano i mezzi toni, mentre i valori a destra le aree chiare (luci).
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Un istogramma posizionato sulla sinistra denota generalmente uno scatto sottoesposto (troppo scuro). Un istogramma posizionato sulla destra evidenzia un scatto sovraesposto (troppo chiaro) mentre un istogramma più o meno centrato rappresenta uno scatto esposto correttamente.
Oltre all’istogramma esiste un’altra funzionalità interessante: il controllo delle “alte luci”, cioè quelle porzioni di immagine la cui luminosità era troppo elevata ed è stata registrata come bianco. Questa funzione, generalmente non attiva di default, permette di visualizzare sul display della fotocamera le aree bianche, riconoscibili perché lampeggianti.
La presenza di "alte luci" nell’immagine significa aver perso dell’informazione utile, in quanto registrata semplicemente come bianco. In questi casi conviene sottoesporre e rieseguire lo scatto, cercando per quanto possibile, di minimizzarle.
Paesaggio alpino innevato - Una corretta esposizione ha permesso di riprendere al meglio questa scena ad alto contrasto luminoso.
Non risultano quindi aree totalmente bianche (alte luci bruciate) né zone completamente nere (ombre bruciate).
Dati scatto: 1/100 sec, f/11, ISO 100 - Attrezzatura: Canon 50D + Tokina 11-16mm f/2.8 + Filtro polarizzatore
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