FOTOGRAFIE HDR: COME REALIZZARLE
SEMPLICE GUIDA DEDICATA ALLA REALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI HDR

Tramonto


High Dynamic Range: questo è il significato dell'acronimo inglese HDR.

Traducibile in italiano come "Gamma Dinamica Elevata", un'immagine HDR è una ripresa digitale ottenuta mediante particolari tecniche fotografiche/informatiche e memorizzata in un file grafico in grado di contenere un intervallo di valori di luminosità (distinti) più ampio rispetto ad uno scatto digitale tradizionale.

Per comprendere l'utilità di questa tecnica si pensi ad una fotografia realizzata in una situazione di alto contrasto luminoso, ad esempio un controluce. In queste condizioni di scatto, dopo aver esposto correttamente il soggetto, è facile ottenere porzioni dell'immagine sovraesposte (aree molto chiare, tendenti al bianco) o sottoesposte (aree molto scure, tendenti al nero).

A differenza dell'occhio umano, che possiede una gamma dinamica molto ampia, il sensore della fotocamera digitale non è in grado di distinguere e quindi di registrare livelli di luminosità così distanti tra loro. Quindi, tutto ciò che risulterà eccessivamente luminoso per il sensore verrà registrato come bianco, mentre le aree estremamente buie verranno interpretate come nero.
 


Confronto puramente indicativo tra l'estensione della gamma dinamica dell'occhio umano e quella del sensore della fotocamera.

 
Ecco quindi che ci viene in aiuto la tecnica HDR, la quale prevede di realizzare una serie di scatti ad esposizioni diverse (detta anche multiesposizione), per poi fondere il tutto in un'unica immagine ad elevata gamma dinamica.

Osservando le tre fotografie qui sotto riportate, risulta molto più facile afferrarne il concetto.
 

HDR - Alpe Devero - Scatto sovraesposto
SCATTO SOVRAESPOSTO
L'esposizione di questa fotografia è stata
calcolata considerando le aree più buie della
scena. A parte il lato destro del sentiero,
le restanti zone risultano sovraesposte.

HDR - Alpe Devero - Scatto sottoesposto
SCATTO SOTTOESPOSTO
L'esposizione di questa fotografia è stata
calcolata considerando il cielo. Escludendo
la parte superiore dell'inquadratura, le restanti
aree risultano sottoesposte.

HDR - Alpe Devero - Immagine risultante
RISULTATO IMMAGINE HDR
Fondendo insieme più immagini a differenti
esposizioni è stato possibile espandere la
gamma di dinamica, estraendo selettivamente
le informazioni "utili" dai vari scatti.


Comprese quindi le potenzialità di questa tecnica, impariamo con pochi e semplici passaggi, come è possibile ottenere una fotografia HDR.

 

NOTE PRELIMINARI

  1. Questa guida non nasce con l'intenzione di spiegare approfonditamente i concetti alla base delle tecniche HDR, ma vuole soltanto essere un aiuto pratico e di immediata applicazione, per creare immagini ad alta gamma dinamica.
     
  2. A causa delle molteplici impostazioni da settare sulla fotocamera durante le varie fasi, è vivamente consigliato l'utilizzo di una macchina fotografica reflex. Eventualmente una fotocamera prosumer (click qui per ulteriori dettagli) può essere sufficiente allo scopo.

 

 

PRIMA FASE

LA RIPRESA FOTOGRAFICA SUL CAMPO
 

1.

Una scena ad alto contrasto luminoso è una condizione necessaria affinché si possa beneficiare della tecnica HDR.

Inquadrature controluce, vedute notturne (come una città illuminata), riprese d'interni con forte illuminazione proveniente dalle finestre (come chiese, musei o palazzi) e paesaggi innevati, sono solo alcuni esempi che ben si sposano con le potenzialità dell'High Dynamic Range.

Fotografia digitale realizzata con metodi tradizionali.
Scorri con il mouse sopra l'immagine per vedere
come si "trasforma" applicando la tecnica HDR.

2.

Utilizzate sempre un treppiede.
Dato che le fotografie HDR vengono generate sovrapponendo più scatti ad esposizioni diverse, è fondamentale che tutte le immagini combacino perfettamente. Tale accessorio è quindi altamente consigliato per ottenere risultati di qualità.

3.

Impostate la macchina fotografica in modalità Priorità dei Diaframmi (sigla modalità: Av per Canon, A per Nikon) al fine di "bloccare" quest'ultimo parametro su un determinato valore.
Questa operazione è necessaria per avere la stessa profondità di campo (maggiori informazioni qui) in tutti gli scatti della multiesposizione, onde evitare scadenti risultati durante la fase di fusione dei fotogrammi.

4.

Solitamente le immagini HDR presentano elevate profondità di campo: chiudete quindi il diaframma senza esagerare (ad es. f/11 o f/13), in modo che tutta la scena risulti a fuoco.
Nota: ricordatevi che diaframmi troppo chiusi accentuano l'effetto della diffrazione (fenomeno fisico che comporta immagini morbide, con poco dettaglio, causate da un diaframma eccessivamente chiuso).

5.

Elementi in movimento, come l'acqua, il fogliame mosso dal vento, le persone, le auto e così via, non vanno d'accordo con questo metodo fotografico. A causa del loro spostamento all'interno dell'area inquadrata, la posizione di tali elementi non combacerà nei vari scatti effettuati. Sono quindi necessari soggetti perfettamente statici.

6.

Ed eccoci ora al punto fondamentale di questa tecnica fotografica: l'esposizione.
Come già anticipato nell'introduzione, una fotografia HDR nasce fondendo più riprese della stessa scena conseguite ad esposizioni diverse e traendo da ciascuna di esse l'informazione "utile".
La procedura di fusione dei fotogrammi è pressoché automatica e avviene mediante specifici software: ciò che importa è realizzare e fornire al programma gli scatti alle giuste esposizioni.

 

6.1

Qual è il numero minimo di scatti da effettuare per ottenere una buona HDR?
Purtroppo non è possibile fissare un valore a priori. Tutto dipende dalla gamma dinamica di ciò che si sta fotografando e dalla differenza di esposizione scelta tra i vari fotogrammi.
La procedura ideale consiste nell'effettuare abbastanza scatti affinché tutte le singole porzioni della ripresa siano esposte correttamente.
Un suggerimento empirico e puramente personale, è quello di effettuare almeno 5 scatti con una traslazione di esposizione tra fotogrammi di circa 1 stop.

Nota

Con il termine "stop" si intende una variazione della luminosità della scena, compiuta agendo sul tempo di scatto (o sull'apertura del diaframma), i cui incrementi/decrementi unitari (cioè "+1 stop" o "-1 stop") corrispondono a un dimezzamento o un raddoppiamento della quantità di luce incidente sul sensore.

Osservando la figura sottostante risulta più facile comprendere il concetto.

 

Laghi di Sangiatto - Esposizione Foto panoramica

Gestione dell'esposizione - Sequenza di 5 scatti con incrementi di 1 STOP.
Lo scatto centrale (a 0 STOP) è quello calcolato dall'esposimetro della fotocamera.

 

6.2

Afferrato ciò possiamo inquadrare ed esporre il nostro soggetto, premendo a metà il tasto di scatto.
L'esposimetro della fotocamera ci fornirà sostanzialmente due valori: l'apertura del diaframma e il tempo di scatto (t)
Ricordando che il primo lo abbiamo imposto noi, ci dobbiamo focalizzare sul secondo (tenendolo a mente).

6.3

Ora, per realizzare la serie di fotogrammi ad esposizioni diverse possiamo seguire due strade:

  • La prima consiste nel settare la fotocamera manualmente, gestendo personalmente ciascuna esposizione;
  • La seconda, invece, di sfruttare una funzionalità della macchina fotografica detta AE Bracketing.

Pur essendo quest'ultima un automatismo della prima, è bene approfondire entrambi i metodi.

Impostazione manuale delle varie esposizioni

Mettiamo la fotocamera in modalità Priorità dei Diaframmi (sigla modalità: Av per Canon, A per Nikon) e impostiamo l'apertura del diaframma prescelta (ad esempio f/16).
Quindi effettuiamo una serie di scatti (in questo esempio ne registriamo cinque) con i rispettivi tempi:

  • tempo calcolato dall'esposimetro (t)
  • -2 stop   rispetto a t
  • -1 stop   rispetto a t
  • +1 stop  rispetto a t
  • +2 stop  rispetto a t

Per fare ciò sfruttiamo il comando di Compensazione dell'esposizione (fare riferimento al manuale d'uso) per poter "scorrere" da -2 stop a +2 stop con facilità.

Nota: ricordando che la dicitura "+/- 1 stop" corrisponde a raddoppiare/dimezzare il valore del tempo di scatto, i rispettivi tempi dei fotogrammi saranno:

t/4     t/2     t     t*2     t*4

equivalente a dire:

-2 stop   - 1 stop   0 stop   +1 stop   +2 stop

Quindi, se nella pratica il tempo calcolato dall'esposimetro fosse t = 1/250 sec, le relative esposizioni risulterebbero pari a:

1/1000    1/500    1/250    1/125     1/60

Utilizzo della funzione
"Auto Exposition Bracketing" (AE-B)

Con la fotocamera in modalità Priorità dei Diaframmi (sigla modalità: Av per Canon, A per Nikon), settiamo l'apertura del diaframma prescelta (ad esempio f/16).

Dal menu della fotocamera (fare riferimento al manuale d'uso) attiviamo ed utilizziamo la funzione di AE Bracketing, seguendo questa procedura:

  • impostare intervallo AE-B pari a +/- 1 stop
  • quindi effettuare i 3 scatti
  • impostare intervallo AE-B pari a +/- 2 stop
  • quindi effettuare i 3 scatti

In questo modo si realizzano 6 scatti, di cui uno ridondante. Infatti, ordinando i fotogrammi per esposizione, risulta:

-2 stop   - 1 stop   0 stop   0 stop   +1 stop   +2 stop

Possiamo quindi eliminare uno scatto "centrale" a 0 stop. Fatto ciò abbiamo raggiunto lo stesso risultato ottenuto con metodo di sinistra, ma senza aver gestito manualmente ogni singola esposizione:

-2 stop   - 1 stop   0 stop   +1 stop   +2 stop

 

 

 

Suggerimento

Sulle reflex digitali Canon (per quanto riguarda le altre marche, devo informarmi) vi consiglio di impostare la modalità "Autoscatto" insieme alla modalità AE-B.
Così facendo la fotocamera, trascorso il tempo di autoscatto (es. 10 sec), effettua automaticamente i 3 fotogrammi alle 3 diverse esposizioni settate nel menu AE-Bracketing, permettendovi di risparmiare tempo ed evitare fastidiose vibrazioni (non dovendo premere il pulsante di scatto).


Menu AE-Bracketing Canon 50D - Intervallo: +/- 1 STOP

7.

Rivedete infine tutti gli scatti effettuati per accertarvi che con essi riusciate a "coprire", a livello di esposizione, tutte le aree a differente luminosità della scena.
Nel caso in cui vi siano ancora porzioni d'immagine completamente sovraesposte o sottoesposte in ogni ripresa realizzata, è consigliabile effettuare un'altra coppia di fotogrammi ad esposizioni ancor più "distanti", ad esempio a +/- 3 stop e così via.

Nell'esempio sottostante è possibile constatare che grazie alla tecnica HDR, costruita a partire da una multiesposizione di 5 fotogrammi, ogni parte del soggetto risulta esposta correttamente.

Fotografia HDR - Monastero di Santes Creus, Spagna
Monastero di Santes Creus (Spagna) - I cinque fotogrammi di partenza alle varie esposizioni e l'immagine HDR risultante.

 

 

SECONDA FASE

UNIONE DEGLI SCATTI MEDIANTE SOFTWARE DEDICATI
 


Passiamo ora alla fase di "fusione" dei fotogrammi ripresi, grazie alle funzionalità offerte da specifici software fotografici.
In questo articolo daremo uno sguardo introduttivo alla procedura per la creazione di immagini ad elevata gamma dinamica mediante Photomatix, uno dei più noti e apprezzati software di generazione HDR.

 

REALIZZARE IMMAGINI HDR CON PHOTOMATIX PRO
 

Sebbene esistano ormai diversi software per la creazione di immagini HDR (sia gratuiti che a pagamento), personalmente ritengo che Photomatix Pro possieda alcune caratteristiche tali da renderlo preferibile rispetto ad altri prodotti.

 

PERCHE' PHOTOMATIX ?

Il vero punto di forza di questo programma è senza dubbio la semplicità con cui è possibile ottenere e personalizzare l'aspetto finale dell'immagine HDR in fase di lavorazione. Per quanto possa sembrare strano, la medesima scena ripresa in HDR può assumere aspetti molto differenti a seconda dei parametri impostati in Photomatix.
A differenza di altri software, Photomatix non si limita solamente a fondere insieme più scatti per generare un'immagine ad "elevata gamma dinamica": attraverso i suoi set predefiniti e/o i molteplici cursori di regolazione è inoltre possibile estrarre una buona parte delle informazioni latenti nella foto HDR (tipicamente nelle alte luci e nelle ombre) arrivando a risultati molto creativi e di forte impatto grafico con pochissimo sforzo.

 

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL SOFTWARE PHOTOMATIX

Società produttrice: HDR Soft
Tipo di software: versione Pro (circa 90€)   -   versione Light (circa 35€)
Sistemi operativi supportati: Windows XP / Vista / Seven (32 e 64 bit)  -   Mac OS 10.5 o superiore
Altre Note: disponibile anche in versione "Plug-in" per Photoshop, Lightroom e Aperture
Sito web ufficiale: www.hdrsoft.com

NB. Come specificato nelle caratteristiche qui sopra, sia la versione "Pro" che la versione "Light" di Photomatix sono a pagamento.
E' possibile scaricarle entrambe come Free Trial per poterne valutare le potenzialità.

 

NOTE PRELIMINARI

  • Diversamente dalla versione Light, Photomatix Pro 4 per Windows/Mac è disponibile anche in lingua italiana (fare click qui).
     
  • Anche se la casa produttrice mette a disposizione parecchia documentazione per apprendere il software, il metodo della sperimentazione "fai da te" è forse il più proficuo nel breve termine.
     
  • Infine questo articolo non è da considerarsi un tutorial specifico per Photomatix Pro.
    Esso nasce con l'intenzione di elencare ed illustrare le tecniche di base per la realizzazione di fotografie HDR.

 

 

UNO SGUARDO AL SOFTWARE

Dopo aver installato Photomatix Pro (ver. trial o completa), possiamo partire con la creazione di una fotografia HDR.

1.

Dal pannello laterale Workflow Shortcuts facciamo click su Load Bracketed Photos [1].
Si aprirà la finestra "Generate HDR - Selecting source images", visualizzabile sulla destra.

Photomatix
Lo strumento di "Generazione immagini HDR" del software grafico Photomatix - Selezione degli scatti di partenza

2.

Cliccando su Browse... [2] si aprirà una nuova finestra dove sarà possibile selezionare i vari scatti (alle diverse esposizioni) che il software provvederà poi a fondere, generando l'immagine HDR.
Photomatix è in grado di gestire svariati "tipi immagine", tra cui JPEG, TIFF, diversi formati RAW (Canon, Nikon, Fuji, Sony, Pentax, Hasselblad, ecc.) e persino PSD e DNG.
NB. In questo esempio ho selezionato tre fotogrammi in formato JPEG, ma ciò non vieta (anzi) di utilizzare i files RAW per ottenere risultati migliori (per maggiori info su JPEG e RAW fare click qui).

3.

Premendo il pulsante OK [3] comparirà la finestra illustrata qui sotto attraverso la quale sarà possibile attivare/disattivare varie opzioni, tra cui l'allineamento dei vari scatti, l'attenuazione degli effetti fantasma (ghosting artifacts), la riduzione del rumore (noise) e la correzione delle aberrazioni cromatiche.

Photomatix - Opzioni
Photomatix - Opzioni di pre-elaborazione

4.

Dopo aver selezionato le opzioni desiderate clicchiamo il tasto OK.

A questo punto Photomatix eseguirà il processo di generazione HDR.
Trascorsi alcuni secondi/minuti, in funzione del numero di scatti selezionati, del formato immagine utilizzato e della potenza di calcolo del computer in uso, verrà visualizzata l'anteprima (grezza) dell'immagine HDR, sulla quale sarà possibile intervenire per evidenziare eventuali effetti fantasma (se l'opzione è stata selezionata).

Gli effetti fantasma (in inglese "ghosting artifacts") si presentano come aloni o sdoppiature attorno a persone/cose in movimento durante la realizzazione della serie di scatti. Non sussistono invece in riprese totalmente statiche.

Agendo con il mouse possiamo evidenziare quali porzioni dell'immagine presentano "ghosting artifacts" (si osservi la linea tratteggiata nell'immagine sottostante [1]), per istruire il software su quali aree intervenire.

Photomatix - Tone Mapping
Photomatix - Il pannello di selezione dei "Ghosting Artifacts"

5.

Se l'immagine dovesse risultare troppo chiara oppure eccessivamente scura, potrebbe divenire difficile individuare gli "effetti fantasma" presenti nella fotografia.

Ecco quindi che ci viene in aiuto il cursore Brightness [2], il quale ci consente di adattare la luminosità dell'anteprima al fine di facilitare l'operazione di inviduazione e selezione. Tale variazione di luminosità non andrà ad incidere sul risultato finale.

Come è possibile notare dall'immagine qui sopra, ho selezionato l'area comprendente i rami dell'albero (in alto a sinitra) per la riduzione degli effetti fantasma. Infatti, durante tale ripresa, la presenza di un vento relativamente sostenuto faceva ondeggiare alcuni elementi dell'immagine, tra cui quest'ultimi.

Per proseguire fare click su OK [3].

Photomatix - Tone Mapping
Photomatix - Al centro: l'anteprima dell'immagine HDR - A sinistra: i parametri del Tone Mapping - In basso: alcune impostazioni preconfigurate

6.

Ed eccoci arrivati all'ultima schermata (qui sopra) dedicata alla creazione della fotografia ad elevata gamma dinamica.

Nell'area centrale potete osservare l'anteprima dell'immagine HDR (Preview).

Se il risultato non dovesse essere quello desiderato (e ciò è molto probabile in quanto il software non può prevedere le vostre intenzioni), vi consiglio di cominciare testando i diversi "settaggi predefiniti" (Preset) [1] facendo click sulle relative miniature (Thumbnails), visibili nella parte bassa della schermata.

Selezionando i vari Preset avrete occasione di osservare come nel pannello laterare sinistro, denominato "Adjustments", i vari parametri assumano configurazioni differenti.
Questa nuova caratteristica di Photomatix Pro 4 ci facilita notevolmente il lavoro, consentendoci di creare valide HDR senza dover necessariamente conoscere nel dettaglio ogni singolo comando di tale pannello.

Detto ciò, è bene però precisare che per ottenere un risultato di ottimo livello è indispensabile intervenire sui vari comandi del pannello Adjustments per calibrare in maniera fine le singole voci.

7.

Ora tocca a voi !
"Giocando" con i vari settaggi predefiniti, cursori e pulsanti, provate a raggiungere un risultato che vi soddisfi.

8.

Quando l'anteprima dell'immagine HDR è di vostro gradimento, fate click sul pulsante Process in basso a sinistra [2].

Procedete quindi al salvataggio del file; Photomatix permette di salvare in JPEG, TIFF 8 bit e TIFF 16 bit.
Il mio consiglio è quello di memorizzare il risultato ottenuto innanzitutto come TIFF 16 bit, per preservare la maggior quantità di informazioni possibile. In tal modo avrete una sorta di "raw" dell'immagine HDR, almeno per ciò che riguarda l'ampiezza della gamma dinamica.
Secondariamente, provvedete a salvare il vostro risultato anche in JPEG, un formato "leggero", compatibile con la quasi totalità dei software e già pronto per essere utilizzato sul web.

9.

Infine, se non siete ancora soddisfatti del risultato ottenuto, potete aprire il file TIFF appena salvato con Photoshop, per effettuare eventuali ritocchi e correzioni.

Osservate ora il risultato finale ottenuto grazie al software Photomatix Pro, fondendo 3 scatti JPEG così esposti:

-1.7 STOP             0 STOP             +1.7 STOP

Fotografia HDR - Cattedrale di St. Brigid, Kildare (Irlanda)
Cattedrale di St. Brigid, Kildare (Irlanda) - I tre fotogrammi di partenza alle varie esposizioni e l'immagine HDR risultante.

 

 

ALTRI ESEMPI DI FOTOGRAFIE HDR

REALIZZATI CON PHOTOMATIX
 

Fotografia HDR - Cattedrale di Kilkenny, Irlanda
Cattedrale di S. Canice, Kilkenny (Irlanda) - I tre fotogrammi di partenza alle varie esposizioni e l'immagine HDR risultante.

Fotografia HDR - Tramonto alla foce dell'Ebro, Spagna
Tramonto alla foce dell'Ebro (Spagna) - I tre fotogrammi di partenza alle varie esposizioni e l'immagine HDR risultante.

 

 

 

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